giovedì 27 giugno 2013

I dintorni....Ipamba

Oggi volevo farvi vedere un po' quello che mi circonda qui all'orfanotrofio...ovvero un po' il paesaggio.
In questi giorni sono andata anche un po' a perlustrare la zona e a vederla dall'alto...perchè per chi mi conosce sa che mi piace vedere le città dall'alto, così mi posso rendere conto meglio degli spazi.
E quindi con Johannes e Marcel siamo andati sulla collina più alta, dove solitamente viene fatta la "Via Crucis" ed il posto lo chiamano "Calvali".
Da quassù la vista è proprio bella...si riescono a vedere i tetti di tutte le capanne che formano il villaggio di Ipamba...e dai tetti ci si rende conto realmente quante capanne ci sono..perchè a volte sono nascoste dalla vegetazione e non ti rendi conto di quanto è grande il villaggio.
Questo villaggio nasce intorno all'ospedale che prende l'ononimo nome.
Appena fuori dall'ospedale ci sono delle case per i parenti degli ammalati, dove questi cucinano il cibo per poi portarlo all'ammalato e qui si creano delle piccole comunità, dove tutti i parenti interagiscono tra di loro...aspettano, cucinano, chiaccherano.
Poi poco più in là c'è il mercato dove c'è il movimento ed attraversato questo iniziano le case che si disperdono tra la vegetazione.
Camminando tra le case ed i campi di grano, con Margareth arriviamo al fiume, dove dobbiamo aspettare un po' per fare le foto e risalirlo sulla riva, perchè un uomo si sta lavado..
In questo fiume, ma non nel punto in cui siamo state noi...ci sono gli ippopotami...animali che non tutti sanno sono tra i più feroci.
L'ospedale di Ipamba opera con un'associazione italiana chiamata "MEDICI CON L'AFRICA CUAM" e chi volesse fare un'esperienza in un ospedale, come medico o infermiere, questa associazione organizza il tutto.












sabato 15 giugno 2013

Neema..

Dopo quasi 4 mesi che sono qui e seguo Neema, posso dire che è una bimba felice, vivace e con una gran voglia di stare in piedi e camminare come gli altri bimbi.
Piano piano con la fisioterapia e gli esercizi a casa stiamo facendo dei progressi...ora sta un po' seduta da sola..e cerchiamo di falra sedere anche per interagire di più con gli altri bimbi e così si diverte di più!
Un paio di settimane fa abbiamo incontrato uno specialista per aiutare i bimbi che hanno problemi a parlare, il quale ci ha detto che Neema dovrebbe sollecitare maggiormente i muscoli della mandibola, perchè non mastica ancora e tra un paio di mesi dovremmo incontrarlo nuovamente per vedere se ci sono degli esercizi per aiutare Neema a parlare.
Intanto vi lascio un piccolo video di due momenti di Neema, mentre prova a camminare con la fisioterapista e mentre gioca con i suoi amici.




VIDEO:



Qui trovi tutta la storia di Neema..

Giocando all'orfanotrofio

Amici!!!Più delle volte mi chiedete ma cosa faccio con i bimbi? Quindi ho pensato di montare alcuni momenti di video per farvi vedere un po' la vita qui all'ofanotrofio...giusto un assaggio anche perchè con la linea d'internet che ho qui non riesco a caricare video più lunghi...ed alcune foto.
Buona visione :-)




VIDEO:




lunedì 3 giugno 2013

Dar es Salaam e le sue isole...


Eccomi qui dopo 3 mesi e mezzo mi sono presa una vacanza!!!
Metà: Dar es Salaam...una città che tutti dicono pericolosa..mah per me non lo è stata...anzi mi è proprio piaciuta e non ho avuto problemi a girarla da sola anche se ero l'unica turista nei miei giri all'interno della città...e la sera però non sono uscita.. ;-)
Dopo diciamo le mie 12 ore di vari pulman, pulmini e taxi sono arrivata a destinazione...ma questo è un piccolo dettaglio...
A nord di Dar es Salaam si trovano quattro isole di sabitate: Bongoyo, Mbudya, Pangavini e Fungu Yasini, le quali fanno parte di una riserva naturale.
Le più visitate e anche più facili nel raggiungere son Mbudya e Bongoyo, le quali sono metà per il w.end degli abitanti del posto di Dar es Salaam, che vogliono staccare dalla vita cittadina e immergersi pr una giornata nella natura. Direi che queste due isole ci regalano proprio una bella immagine di natura e volengo per i più temerari si può campeggiare con la propia tenda, ma secondo me non ne vale la pena.
Io ho alloggiato in un ostello di un'associazione italiana, di Bologna:
CEFA Hostel
Old Bagamoyo Road - Mikocheni B
P.O. Box 8055  Dar es Salaam
Tel: +255 (0)22 2780425
e-mail: cefahostel@gmail.com
e direi che ha un buon rapporto qualità, prezzo ed è a metà dai i due punti per raggiungere entrambe le isole.

Mbudya la più grande delle isole la si raggiunge dalle spiagge di Dar es Salaam, un po' tutti gli alberghi organizzano delle barchine che arrivano sull'isola, io l'ho presa dal White Sands Hotel.
Queste barche partono con almeno 4 passeggeri e costano 10.000 tsh (circa 5 euro) per il trasporto andata e ritorno e 10 $ per l'ingresso al parco naturale.
Per raggiungere la buffa imbarcazione suggerisco dei sandali adatti per l'acqua...dato che la mattina essendoci la bassa marea la si deve raggiungere a piedi l'imbarcazione camminando sul fondo marino...
Una volta sull'isola ci sono delle bellissime bande (capanne di paglia) per riparsi dal sole e si può ordinare il pesce fresco per il pranzo....aragosta, granchio e pesce misto....una delizia!!
Un suggerimento, se vi piace camminare...in mattinata fare il giro dell'isola...ci impiegherete un po' di più di un'oretta ma ne vale la pena, incontrerete dei fantastici granchi e potrete vedere i pescatori all'opera, vi dico di farlo la mattina perchè nel pomeriggio è impossibile dato che la marea risale velocemente.

Bongoyo è l'altra isola raggiungibile sempre in barca, ma questa volta dal Msasani Slipway, l'imbarcazione parte ogni ora dalle 9.30...ma sempre con minimo di 4 persone...anche qui si paga l'ingresso al parco naturale che sono sempre 10 $ e il trasporto in barca sempre sui 10.000 tsh (circa 5 euro).
Quest'isola è un po' più piccola di Mbudya ma più lunga, anche lei è possibile circonvalidarla, ma sempre la mattina presto..io purtroppo ho preso la barca delle 11.30 e quindi non sono riuscita, ma ci sono dei sentieri all'interno che si possono fare per raggiungere altre estremità dell'isola.

Un'altra spiaggia che ho provato, ma questa volta a sud di Dar es Salaam è “Kipepeo Beach” (kipepeo vuol dire farfalla), la si raggiunge prendendo un traghetto per Kigamboni vicino al grande mercato del pesce, una volta arrivati dall'altra parte si prende un bajaji (tipo tuk-tuk) e si arriva in pochi minuti alla spiaggia.
Se si vuole anche rilassarsi solo per mezza giornata qui è l'ideale.

Ma oltre al relax e alle spiagge, mi sono fatta un giro all'interno della città e mi sono addentrata nella zona di Kariakoo, che è la zona più confusionaria mi hanno detto e direi che posso confermarla.
Qui c'è un grandissimo mercato di frutta, verdura..ma io l'ho raggiunta per cercare un piccolo negozietto di perline del masai Ajil...e vicino alla “Big bone petrol station” son riuscita, grazie al mio autista del bajaji, a trovare il negozietto nascosto in un vicolo che da sola non avrei mai trovato!
Ma oltre ad avere la fissa di perline ecc..ci sono i tessuti africani che adoro e perchè non andare nella via dei tessuti?!
“Uhuru Street” nei pressi di Mnazi Moja un'intera parte di strada con negozi e bancarelle di tessuti africani.
In più in questo w.end sono stata fortunata, perchè c'è stato un mercato dell'artigianato che viene fatto 2 volta all'anno, una in questo periodo e l'altra poco prima di Natale. Questo mercatino viene fatto all'interno di un Shopping Center a Oysterbay e vengono venduti tutti prodotti locali, non potete immaginare, o meglio chi mi conosce si lo può immaginare, quanto sia stata felice!
Chissà a Natale potrei andarci anch'io con il mio banchetto?!?!ahahah..scherzo non sono una locale io! :-)

Che dirvi..se per caso vi trovate nei pressi di Dar es Salaam, oppure siete venuti a trovarmi...prima di tornare in Italia vi consiglio di fare un salto in queste isole, ne vale veramente la pena...il massimo è durante la settimana perchè di persone ce ne sono veramente poche! Lunedì a Bongoyo eravamo in 10....

Ecco le foto...so che vi farò un po' di invia..mi spiace! :-P















I tessuti africani..

Come non potevo scrivere un post sui tessuti africani?
Dopo un w.end a Dar es Salaam tra mercati e negozi di tessuti africani, mi sono fatta un po' di cultura tra tutti questi meravigliosi tessuti. E purtroppo il mio portafoglio ha subito il colpo! :-)
Difatti quando pesiamo all'Africa una delle prime cose che ci vengono in mente, oltre alla terra rossa sono i colori con i quali le persone si avvolgono e accostano così naturalmente.
I colori, gli accostamenti e le stampe di questi tessuti sono unici qui in Africa, e rendono il mondo colorato, ma vediamo i tipi di tessuti che possiamo trovare e molte volte li vediamo indossati dalle donne africane ma non sappiamo la differenza.

Il più comune e sentito nominare è il “KANGA”, talvolta anche “Lenco”, che deriva dal termine portoghese “fazzoletto”, perchè verso la metà del XIX secolo vennero introdotti questi “fazzoletti” dai portoghesi e per questo ancora oggi possiamo sentire nominare “Lenco” al posto di “Kanga”.
Il “Kanga” è costituito da un rettangolo di cotone stampato di circa un metro di altezza e la lunghezza è variabile intorno al 1,75 e viene venduto in coppia solitamente e successivamente viene diviso in due parti uguali. (quindi vi diranno che è di 2 mt quando andrete a comperarlo al mercato)
Principalmente il disegno del Kanga è suddiviso in tre parti:
-un bordo esterno con prevalenza di colore nero di sfondo che gira intorno al tessuto e che a sua volta è circondato da una banda nera o tendenzialmente di un colore omogeneo
-la parte centrale dove si sviluppa il disegno, che solitamente è un all-over di disegni sia geometrici, che con figure di animali odi fiori
-e all'interno spesso c'è una frase detta jina (ovvero il nome del kanga) solitamente sono dei proverbi, qui potete trovare alcune traduzioni:
I proverbi che trovano nei kanga, sono molto importanti, perchè l apersona che indossa il kanga esprime anche qualcosa ed attraverso questo proverbio parla di se stessa, quindi quando sciegliamo un kanga che ci piace guardiamo anche la definizione del suo messaggio.
Come viene indossato?
Generalmente viene indossato in coppia e viene chiamato doti, ovvero una parte viene usata come gonna e l'altra per avvolgerci il busto e spesso viene usato per avvolgere il bambino e portarlo sulla schiena.

Poi c'è il “KITENGE”, anch'esso è un tessuto di cotone ma  più pesante ed a volte è stampato a cera con motivi simili sia floreali, che geometrici o con animali, ma a differenza del kanga, è tutto un all-over e solitamente nei lati lunghi c'è una bordatura di colore più chiaro.
Le misure generalmente sono di altezza intorno al metro e di lunghezza 7 mt, che poi tagliandoli usciranno 4 pezzi di grandezza come il kanga.
Come vine usato?
Anche il kitenge viene usato come gonna, attorno al busto, in testa e preferibilmente per portare i bambini, dato che è più grande e come tessuto è più resistente rispetto al kanga.

Il “KIKOI” è un altro tessuto di cotone stampato ma questa volta è molto più leggero, lo possiamo paragonare al nostro pareo, anche perchè spesso sui lati più corti troviamo delle frange.
Anche lui viene usato come gonna oppure da portare in testa.
I motivi che ricorrono sono floreali e con animali.

Ed in fine c'è il "BATIK" , che è un tessuto che troviamo ormai anche da noi sulle bancarelle estive e solitamente noi lo usiamo come pareo.
Non è altro che è una tecnica usata per colorare i tessuti a riserva, mediante la copertura delle zone che non si vogliono tinte tramite cera o altri materiali impermeabilizzanti.

Vi lascio alcune foto dei tessuti..