martedì 25 febbraio 2014

Zanzibar...il tour delle spezie e la raccolta delle alghe.

Ma parliamo un po' di Zanzibar...è un'isola che vive interamente sul turismo, qui non coltivano nulla, non è una zona dove si può coltivare, quindi viene tutto importato dalla terra ferma, dalla frutta al mais alla carne; quindi anche i prezzi del cibo stesso sono più alti che nella terra ferma.
Solo nella parte centrale dell'isola é possibile coltivare ma non é sufficiente per rendersi autonomi.
Queste isole però sono famose per le spezie, ovvero qui si trovano tanti tipi di spezie e la più conosciuta ed esportata è il chiodo di garofano.
Il commercio del chiodo di garofano é sotto controllo del governo tanzaniano, difatti nell'isola si trovano spesso dei posti di blocco che controllano i commercianti di chiodi di garofano.
Qui c'è la possibilità di fare il famoso "Tour delle spezie", il quale ti da una panoramica delle spezie che vengono coltivate qui e sicuramente scoprirete tante cose che non sapevate...per esempio io non avevo idea che il chiodo di garofano crescesse su un pianta alta e lo si raccoglieva arrampicandosi...questa è una delle tante scoperte che ho fatto! ;-)
Alcune curiositá sulle spezie:
CURCUMA
è la base dello zafferano e viene usato per varie cose, come colorante, per i brufoli ed assieme ad un uovo di gallina, del cocco e dello zenzero le donne lo usano per schiarirsi la pelle.
CANNELLA
di questa spezia si usa tutto, le foglie vengono usate per il tè, che durante il ramadam ne bevono molto, la corteccia viene usata per il latte, la farina, il tè e le caramelle, mentre la radice è un medicinale per il raffreddore.
ANATODAI
viene usato come rossetto naturale ed i masai lo usano per colorarsi i capelli.
LANGHI LANGHI
è la base del profumo Chanel numero 5.

Un'altra cosa curiosa che in quest'isola si fa è la raccolta delle alghe.
Specialmente nella parte meridionale dell'isola, dove la differenza di marea è maggiore c'è la raccolta delle alghe.
Durante la bassa marea, che non si può stabilire che è la mattina, perchè varia; le donne raccolgono le alghe e le legano a ciuffetti con uno spago e poi le legano a sua volta a due paletti.
Dopo delle ore tornano e le raccolgono per metterle a seccare in terra sull'erba oppure su dei tronchi che fungono da stenditoio.
In fine le venderanno al mercato dove verranno usate sia per cibo e quindi esportate sia come medicinali.

E per ultime vi metto un po' di foto dei frutti che potete trovare qui...uno più buono dell'altro!!!















RACCOLTA DELLA ALGHE


domenica 23 febbraio 2014

Zanzibar: usi e costumi femminili

Il mio viaggio,in giro per la Tanzania é iniziato dal mare e piano piano vi racconterò un po' di curiosità su queste isole al largo della Tanzania...

La prima curiosità sono gli usi ed i costumi femminili nelle isole di Zanzibar

É più corretto parlare dell'arcipelago di Zanzibar, non solo di Zanzibar, anche se é famosa solo l'isola principale.
Questo arcipelago é formato principalmente dall'isola di Zanzibar, che é la più grande e la più conosciuta, con tutte le sue isolette adiacenti e dall'isola di Pemba che si trova a nord ed é più selvaggia.
In entrambe le isole la popolazione é conservatrice e musulmana, pertanto il modo di vestire qui é totalmente differente dalla terra ferma.
Qui le donne si coprono con i "kanga" come in Tanzania, ovvero i teli con il bordo scuro ed i messaggi riguardando dio o proverbi africani..mentre non usano affatto i "kitenge",i teli tutti colorati che nella terra ferma colorano e caratterizzano le donne africane.
Qui potete vedere il post che ho scritto sui tessuti.
Ogni donna ne indossa due o tre, dipende come li usa, solitamente viene usato uno per la parte bassa del corpo, uno per la parte alta e uno per portare il bambino.
Un'altro tipo di abito é il "madira", cioé una tunica lunga in cotone o in sintetico floreale con in abbinamento un telo che lo si porta in testa che richiama gli stessi colori e disegni dell'abito chiamato "mtandio" oppure si indossa lo "shungi".
Mentre l'abito musulmano nero, che si vede più frequentemente nei villaggi viene chiamato "baibui" che si abbina allo "shungi" che copre la testa delle donne con un tocco di colore oppure viene usato anche in questo caso il "mtandio".
Questo abbigliamento in generale copre interamente la donna, senza lasciare molte parti del corpo scoperte,la stessa popolazione vedendo i turisti occidentali con abiti che lasciano vedere più parti del corpo non sono particolarmente felici.
Quindi per un senso di rispetto per il popolo ospitante direi che chi volesse visitare queste isole, specialmente Pemba, la quale é meno abituata ad accogliere turisti, deve avere una certa accortezza nel vestire.
Ovvero si possono indossare gonne o pantaloncini di una lunghezza massima fino al ginocchio, non più corti, le scollature non devono essere troppo esagerate e le canottiere preferibilmente a spalline larghe non troppo strette, perchè solitamente le spalle vengono coperte.
Questo tipo di accortezza nel vestire lo consiglio per chi gira l'isola, non per le persone che sono nei resort, perché lì non c'è problema è pieno di turisti, anche nelle spiagge di Zanzibar si può girare tranquillamente in costume, al di fuori di quelle di Pemba.
A Pemba, nelle spiagge non turistiche ma con persone locali consiglio alle donne di portare sempre un pareo, anche perché comunque non vi sentireste a proprio agio..
Addirittura in una piccola isoletta al largo di Kendwa, a nord ovest di Zanzibar, anche le turiste sono invitate a coprirsi, difatti prima di sbarcare sull'isola di Tumbatu mi sono dovuta coprire il capo con un kanka proprio come loro...e ho pensato che é veramente caldo tutto il giorno lí sotto!
Ma oltre ai vestiti delle donne zanzibarine vediamo i loro trucchi naturali...
Come kajal per gli occhi usano il nero dell'interno di una conchiglia detto"wanjia" mentre per il rossetto è un fiore che dona il colore, chiamato "anatodai", ora molte donne usano il trucchi come noi come rossetti, ma come kajail continuano ad usare il "wanjia" e devo dire che funziona bene e dura a lungo, come potevo non comperarlo?! ;-)
Questa influenza araba del kajal non é l'unica, anche l'influenza indiana ha lasciato dei segni, come l'hennè..che come saprete le donne indiane prima del matrimonio si decorano le braccia e le gambe...
Un'altra curiosità di abbigliamento delle isole sono le borse in paglia..qui sia uomini che donne usano delle borse fatte a mano in paglia colorata intrecciata che formano vari disegni.
Diciamo che se ne trovano di due qualità, una più alta con disegni più complicati e l'altra più economica con disegni più semplici.
Queste borse sono belle e colorate e danno un tocco di colori anche agli uomini, che solitamente vestono con tuniche bianche ed il tipico copricapo islamico ricamato a mano.
In paglia in queste isole possiamo trovare tappeti colorati e coperchi per la frutta o  per il cibo generale, che qui vengono usati dalle donne sedute per strada che vendono i mandasi, ovvero palline fritte tipo arancini, per ripararli dal sole, dalla polvere e dalle mosche.
Ma vediamo un po' la figura della donna in un'isola con la percentuale più alta di musulmani...
Oltre alle regole nel vestire, come abbiamo appena visto qui sopra, la religione impone regole sul lavoro delle donne, ovvero le limita molto.
Le donne musulmane non possono lavorare all'interno delle strutture turistiche come cameriere o bariste, cioè a contatto con turisti innanzitutto uomini.
L'uomo islamico una volta che prende in moglie una donna vuole essere lui a pensare a tutto, il vestire ed il mangiare, perché se lei ha i suoi soldi li spende per lei, in vestiti o altro che a l'uomo non piace, le donne sono simili in tutto il mondo e un po' di frivolezza e voglia di comperarsi un vestito nuovo lo hanno tutte.
Solo che in queste terre é più difficile perché loro non sempre hanno il permesso dei mariti di lavorare, le più fortunate hanno mariti più comprensivi e possono lavorare come giardiniere nei resort o vendono parei sulle spiagge, o altri lavori ma con poca relazione con i turisti..ed io ho chiesto il perché a questi uomini e loro mi hanno detto perché magari si mettono in testa strane idee o conoscono qualcuno e poi lasciano il marito..
Un altro motivo per cui molte persone musulmane non lavorano all'interno di strutture turistiche é che non possono servire l'alcool e la carne di maiale e quindi sono limitati, per questo molti lavoratori di Zanzibar non sono zanzibarini, ma troviamo molti della terra ferma, per esempio ho incontrato molte persone delle regioni di Iringa, Njombe, Mbeya e anche dell'isola limitrofa di Pemba.
Questo é un peccato per la gente locale che si trova con più difficoltà a trovare lavoro, ma non tutti i musulmani rispettano questa regola e quelli poco praticanti lavorano ugualmente, ma sempre con rispetto della religione ovvero servendo solo l'alcool ma non usufruendolo.
Ma questa questione dell'alcool é curiosa, perché la religione non li permette di bere alcool, ma molte persone qui si vedono ubriache, come all'interno della Tanzania, quindi a volte ci sono delle contrapposizioni..
Un altro aspetto di cui ti trovi subito a parlare con la gente del posto é la poligamia..
Qui gli uomini musulmani hanno più mogli, pochi o meglio quasi nessuno ha una moglie sola.
Qui la seconda domanda che ti fanno, dopo il tuo nome é se sei sposata e quanti figli hai..poi loro iniziano a dirti quante mogli hanno ed in seguito quanti figli, quindi questo argomento l'ho toccato spesso e ne é sorto che gli occidentali non sono molto diversi, perché i musulmani hanno più mogli e gli occidentali si hanno una moglie ma spesso hanno l'amante quindi la differenza sta che le mogli musulmane sono a conoscenza e conoscono le altre mogli.
I primi mesi, quando il marito prende la seconda moglie, in casa c'é un po' di tensione, perché la prima moglie si sente messa da parte, ma poi convivono tranquillamente anche perché vengono trattate nello stesso modo dal marito.
Quindi c'é tutta questa differenza sotto questo aspetto?
L'uomo può rimanere fedele ad una sola donna per la vita e viceversa, la nostra natura cosa dice o é la religione che ce lo impone?
Io forse un po' ci credo ancora a questa favola..o forse perché ho degli amici che ci credono e mi influenzano positivamente, ma é meglio camminare in punta di piedi a volte!
Direi che dagli abiti ed i trucchi sono arrivata ad un argomento meno frivolo..
Vi lascio alle foto che é meglio ;-)











sabato 22 febbraio 2014

Safari njema! ovvero Buon viaggio!

10 febbraio

Ed eccomi qui..partita per un viaggio itinerante per la Tanzania..
Ora per un mesetto girerò questo paese e lascerò i miei bimbi a malincuore...ma so anche che ne incontrerò altri ai quali potrò raccontare le storie dei mie piccoli dell'orfanotrofio...e quando tornerò da loro a fine marzo potrò fare lo stesso.


lunedì 10 febbraio 2014

Inaugurazione della scuola secondaria delle Suore Teresine a Mibikimitali

9 febbraio 2014, con la messa celebrata dal Vescovo Tarcisio é stata inaugurata la scuola secondaria delle Suore Teresine a Mibikimitali.
Ad oggi ci sono 80 stedentesse ed una é anche la figlia di una mia amica!! 

          
             
          

         

          

                 
   
      
          
 

sabato 8 febbraio 2014

Un saluto da Nyakipambo

Nyakipambo..per chi non lo sapesse é un villaggio a 1800 mt verso la regione del Njombe, vicino a Makambako, immerso interamente nell'altopiano della Tanzania.
Qui nel 2011 é iniziata la mia prima avventura in Tanzania.
Una parte del mio cuore é sempre qui, tra queste verdi distese e le case ancora con i tetti di paglia..qui é iniziato il tutto e qui ogni tanto ho bisogno di tornare...
Però questa volta é stata differente, perchè Baba Liberatus non era con me fisicamente...ma il suo pensiero é sempre dentro di me.
Ora c'é Baba Christofer e devo dire che é una persona molto in gamba e sta portando avanti i progetti di Baba Liberatus, lui ne sarebbe molto fiero.
Uno dei progetti é il dispensario.
Con il gruppo di amici di Palermo del Baba Liberatus, questo progetto sta prendendo forma e il vecchio dispensario sta venendo rimesso a nuovo.
Questo dispensario é molto importante, perché potrá aiutare diversi villaggi limitrofi, che al momento come punto di appoggio per la propria salute é la cittadina di Makambako o l'ospedale di Mafinga; che entrambi sono lontani e con il problema delle piogge che rendono le strade impraticabili é ancora più impegnativo raggiungere queste strutture.
Oltre al dispensario in questa missione ci sono due scuole, una per taglio e cucito e un'altra di maglieria, ma purtroppo quest'ultima non é attiva per mancanza dell'insegnanti e degli iscritti.
Mentre la scuola di cucito é in funzione, quest'anno le studentesse sono cinque e vengono aiutate economicamente dall'associazione i Bologna dell'Albero di Cirene.
E come saprete giá c'é la scuola materna costruita dal Gruppo Missionario Alto Garda e Ledro, che nel 2011 ho pitturato e decorato con cinque amiche e che ogni estate con gruppi di volontari proseguiamo con la decorazione dell'interno della struttura.



          


          

          

          

          

          

          

          

          

          

Ecco l'ultima arrivata all'orfanotrofio!

Con il denaro e donazioni raccolti durante il periodo natalizio, siamo riusciti a comperare una mucca per l'orfanotrofio, che servirà a renderci autosufficienti per il latte dei bambini.
Quando Suor Helena mi diceva che le loro mucche non erano sufficienti per il latte che ogni giorno i bimbi bevono, ovvero 20 litri al mattino e 20 litri alla sera...ho pensato così che una bella mucca sarebbe stata utile, quindi ci siamo adoperate ad andare alla ricerca di una mucca.
La ricerca della mucca è stata divertente ed istruttiva, perchè io sull'argomento direi che ero poco preparata, nel mondo della moda di mucche se ne vedono davvero poche! :-)
Quindi siamo state alla prima fattoria di inglesi, dove mi hanno spiegato un po' di caratteristiche delle mucche e da lì poi siamo state in un'altra fattoria dei Padri della Consolata a Yemi, dove abbiamo scelto la nostra mucca!!
Ma quando siamo arrivate per vedere le mucche, il veterinario era preso da un parto difficile, così il prete ci ha detto di aspettare e se volevamo andare a vedere il parto eravamo libere...quindi io molto curiosa mi sono avvicinata, ma purtroppo non era un parto falice, anzi!
La mucca era al settimo parto, quindi vuol dire avanti con l'età e di energie per spingere ormai ne aveva davvero poche, difatti il vitellino faceva molto fatica.
Intorno a questa mucca, oltre al veterinario c'erano altri 5 ragazzi che lo stavano aiutando a tirare fuori il vitello, ma anche con dodici braccia non sono riusciti
Quindi hanno chiamato il prete con la macchina....si la macchina....hanno legato il vitellino e piano piano la macchina avanzava ma nulla non c'è stato verso di farlo nascere, perchè nel frattempo aveva bevuto troppo liquido amniotico e purtroppo è morto.
A volte succede..qui era la seconda volta in 5 anni.
Non avevo mai assisitito ad un parto di una mucca, certo non è che si deve venire fino in Africa per vederlo, è che nella mia vita "mondana" italiana non ho mai avuto questa opportunità, peccato che non è stato un parto felice...ma dopo tutto quel tempo e quella fatica la mucca si è rialzata e come se niente fosse si è messa a mangiare ed a bere, la forza della natura!!!!
Quindi la nostra mucca che vi presento qui sotto nelle foto ha già fatto due parti ed ora è in cinta del terzo vitellino che tra poche settimane verrà al mondo!

Grazie amici di aver regalato una mucca ai bambini!!!E per me è stata una bella esperienza sfiorare questo mondo di mucche :-) ora sono pronta a dare consigli se qualcuno volesse comperare una mucca!!! ;-)




venerdì 7 febbraio 2014

Ilamba

Ad un'ora di macchina da Iringa, passando per Ipogoro e risalendo l'altopiano arriviamo in un verde che piú verde non si può trovare..
In mezzo a queste colline vi troviamo una scuola secondaria delle Suore della Consolata, che con l'aiuto di vari associazioni italiane , tra cui il nostro Gruppo Missionario Alto Grada e Ledro, hanno realizzato una scuola professionale per i ragazzi del posto con poca possibilità economica.
Queste suore missionarie sono ormai da anni in terra tanzana ed operano con le persone meno fortunate e le quali non si possono permettere gli studi, quindi questa scuola fa si che anche le persone più povere possano avere un'istruzione e quindi la possibilità di costruirsi un futuro.
In questa scuola secondaria, ci sono vari rami di specializzazione, tra cui falegnameria, agricoltura e allevamento, maglieria e taglio e cucito.
Quando ho visto questa scuola non ci volevo credere, per molti fattori, per l'organizzazione, la pulizia, il materiale ecc..qui davvero è una scuola che funziona al 100% , se penso alle scuole che ho visitato fin ora..specialmente quelle statali..
Ma oltre alla scuola secondaria le suore della consolata hanno anche un asilo nelle vicinanze, potevo non visitarlo?!
Vi lascio alle foto...